Mercatino Mamme 2.0
Mercato dell'usato per Mamme e Bambini
22 Novembre 2009
Perugia
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Nuova edilizia o edilizia migliore ?

L'interpretazione proposta dalle Istituzioni locali segue sempre il medesimo leit-motiv: il nostro territorio e la qualità della vita in Umbria sono invidiabili, un vero paradiso, in grado di attrarre irresistibilmente stranieri e italiani provenienti dalle altre regioni. Tutto questo, pur ammettendo la necessità di effettuare indagini sui motivi alla base del flusso migratorio.
In effetti tutti hanno visto che nel nostro territorio, negli ultimi anni, si sono costruite cubature paragonabili a quelle grandi metropoli, grazie anche alla manodopera extracomunitaria ed è quindi forte il dubbio che l'immigrazione possa essere l'effetto, e non la causa, di questo epocale fenomeno edificatorio.
Ma si sa, l'importante è costruire alloggi e nuove aree industriali e commerciali, altrimenti come potrebbe l'edilizia continuare ad essere il volano fondamentale dell'economia umbra, per il rilancio dei consumi? Questa è, in sintesi, la soluzione proposta dai nostri amministratori, la panacea di tutti i mali.
In realtà gran parte nostro parco edilizio è datato e bisognoso di grandi ristrutturazioni, specialmente in tema di adeguamento sismico, energetico e qualitativo. Le stesse considerazioni valgono per le attuali infrastrutture idriche, fognarie, stradali e ferroviarie. Ricordiamo, per esempio che, ad oggi, il 30% dell'acqua potabile si perde a causa di tubazioni colabrodo. (http://www2.provincia.perugia.it/Guide-tema/Territorio/Piano-Terr/Atlante-de1/A-6-1/index.htm ).
Ce ne sarebbe quindi di edilizia da realizzare, tale da rendere qualitativamente migliore la nostra vita e quella dei nostri figli; edilizia a grande valore aggiunto, senza necessità di sacrificare aree coltivabili e boschi.
E' evidentemente il potere politico a volere nuove costruzioni. Ma qual'è la ragione di tutta questa preferenza per la nuova edilizia residenziale e commerciale?
Le nuove costruzioni sono fonte di importanti risorse finanziarie, come l'ICI e come gli oneri di urbanizzazione che, con l'entrata in vigore del Testo unico sull'edilizia (DPR 380/2001), possono essere utilizzati, non già per finanziare le necessarie opere, ma per coprire indistintamente le uscite correnti, come gli stipendi. Negli ultimi cinque anni i Comuni hanno sfruttato appieno la possibilità di destinare gli oneri di urbanizzazione per il 50% a copertura di spese correnti e per il 25% a manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale. Quindi ogni 100 euro pagati caramente dai compratori di case, solo i rimanenti 25 hanno finanziato gli investimenti necessari in strade, illuminazione, fogne, rete idrica, asili, ecc..
Ciò che sgomenta maggiormente è come il territorio sia ormai diventato un fattore di elasticità dei bilanci comunali, cioè a dire: se non copro più le spese correnti, posso consumare territorio, anno dopo anno, e finanziare la realizzazione delle urbanizzazioni facendo ricorso ad alienazioni patrimoniali o al debito, rendendo correnti quelle entrate che in qualsiasi altro paese del mondo sono una tantum, vincolate allo scopo specifico, nonché scaricando sulle generazioni future i costi di tutto ciò.
Infatti, un Comune che si comporti in questo modo può essere assimilato ad una famiglia che venda i propri mobili, un po' alla volta, per acquistare generi alimentari.
Intanto il Cuore Verde d'Italia diventa sempre più grigio e le terre agricole sempre più care.
LaperugiachevogliAmo
Dalla fabbrica del cioccolato alla città del cioccolato
Non c’è crisi globale che tenga: come ogni anno a Perugia, più puntuale delle tasse, ha avuto inizio EUROCHOCOLATE, manifestazione ideata da Eugenio Guarducci, uomo che tutti i cittadini non dimenticano mai di ringraziare ogni mattina appena svegli.
Come ogni anno la città diventa invivibile, bloccata da ingenui turisti (ai quali si perdona il non sapere che gli stessi prodotti venduti negli stand si possono comprare ad un prezzo molto più onesto in qualsiasi supermercato durante tutto l’anno) e da perugini letteralmente impazziti (ai quali non si può invece perdonare nulla).
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Movimento che vieni, partito che vai
In questa tragica giornata infatti, alla Camera, per via di ben 21 assenze nelle file del secondo più grande partito italiano (che chiamare d’opposizione è veramente troppo!), il cosiddetto “Scudo fiscale” è stato approvato, il provvedimento permette a chi fa emergere capitali illecitamente esportati di sanare vari tipi di reati tributari e societari. Praticamente dall’estero potranno rientrare capitali di dubbia provenienza, in quanto sarà molto difficile provarne origine.
Se quei 21 deputati non fossero mancati, per ragioni tra l’altro o ignote o ridicole, probabilmente a quest’ora il governo sarebbe caduto e sarebbe stata evitata l’ennesima legge-vergogna.
Il Movimento si basa proprio su tutto ciò: non ci saranno tessere di partito e lo stesso programma verrà discusso a lungo, proprio on line, facendo ricorso alla votazione elettronica, con un codice personale e non cedibile; l’adesione sarà libera e gratuita. Questi sono i requisiti minimi per aderire a ciò che potrebbe segnare il nuovo Rinascimento della Repubblica italiana, dove ogni Cittadino conta per UNO.
Crediamo che Partecipare o anche solo appoggiare dall’esterno questo nuovo, neonato Movimento, rappresenti per noi Cittadini l’unica possibilità di far sentire la nostra voce e riacquistare Sovranità e potere decisionale: siamo Cittadini non sudditi.
Distinti Saluti
Paola Orrù - Maria Luisa Brunelli
Come muore un Teatro
Fu nel 1717 che sessanta nobili cittadini di Perugia decisero di associarsi con lo scopo di fondare un teatro: nasceva così il Pavone. 292 anni dopo, questo importante luogo, situato nel cuore della nostra città, rischia la chiusura. Che il centro storico stesse morendo era da tempo sotto gli occhi di tutti. A tenerlo in vita solamente universitari e impiegati comunali. Tuttavia uno dei poli culturali finora sopravvissuto alle intemperie economiche ed alla scarsità di afflusso cittadino si reggeva ancora in piedi, grazie alla sua attività cinematografica e alle possibili funzioni a cui si poteva destinare. Infatti il Pavone restava una delle piccole isole indipendenti del centro storico ( assieme al Turreno ed allo Zenith) che, grazie all’esperienza dei Cinegatti, proiettava gioiellini cinematografici snobbati dalla grande distribuzione. Chiaramente è difficile resistere alla concorrenza delle grandi catene di esercizio hollywoodiane che offrono blockbuster ed esperienze cinematografiche all-inclusive a costi contenuti.
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